Donna in Albania
- dua.com Team ·
- 01.09.2022 ·
- Generale ·
- 4 min read
Le donne in Albania sono raramente ricordate nella storia del nostro Paese. Tuttavia, questo non significa che non abbiamo avuto donne storiche. Oggi, nella rubrica cultura, vogliamo ricordare le tracce che ha lasciato nella nostra storia.
Da Cleopatra a Marie Curie, da Meryl Streep a Inva Mula, leggende dell’arte e della cultura, della scienza e della strategia bellica, della politica e dell’aerodinamica, le donne, per quanto svantaggiate, hanno dimostrato di aver dovuto lottare cinque volte più degli uomini per lasciare il loro nome nella storia.
Pur essendo un Paese piccolo, abbiamo prodotto fin dalla culla donne forti, coraggiose, intelligenti e, soprattutto, invincibili a prescindere dalle circostanze. Oggi riportiamo alla memoria le 5 donne albanesi più leggendarie della nostra storia nazionale.
Elena Gjika, attivista del Rinascimento europeo
Elena è stata una scrittrice e pubblicista rumena progressista di origine albanese. Portava il soprannome di Dora D’Istria, perché allora era difficile accettare il ruolo delle donne nella letteratura, nella politica, nella legge, nella diplomazia e in altre professioni che erano appannaggio di menti maschili.
All’epoca Elena Gjika era chiamata la Principessa della Cultura Europea. Non era il primo caso di donna emancipata nel continente. Nell’Europa di allora c’erano molte donne colte, ma poche riuscivano a suscitare il rispetto del mondo maschile, e Dora era una di queste.
Donna in Albania Lejla Rasih Dino: La nobildonna di Çamëria
Lejla Rasih Dino, diplomatica esperta, ha parlato a nome delle donne albanesi davanti alle autorità mondiali sulla questione delle terre albanesi lasciate fuori dai confini del 1913. Fu la prima donna albanese a parlare con coraggio al momento giusto, al presidente della Conferenza di pace di Parigi, della questione albanese.
Si avvicinò alla figura più in vista della politica mondiale, Woodrow Wilson, e conquistò la simpatia sua e di sua moglie. Si batté per la difesa della questione albanese in generale e del Kosovo e della Chameria in particolare.
Lejla Dino creò la “Comunità femminile albanese” a Ginevra, in Svizzera, nel 1919 e sottolineò che gli Stati Uniti erano i più grandi amici dell’Albania. E in effetti questo fatto è vero ancora oggi.
Parashqevi e Sevasti Qiriazi
Le sorelle Parashqevi e Sevasti Qiriazi dovrebbero essere onorate, soprattutto perché hanno aperto la prima scuola albanese per ragazze nel 1892.
Sebbene sottoposte a forti pressioni da parte della Chiesa greca per impedire la diffusione della lingua albanese, non si arresero. Bloccare lo sviluppo dell’istruzione, che rafforzava la nazione albanese, era una vecchia tecnica degli assimilatori del popolo albanese. Donne come Parashqevi e Sevasti Qiriazi sono state le madri della lingua albanese in quel periodo e hanno protetto la lingua albanese proprio come si protegge un bambino.
Janica Martinaj, la Giovanna d’Arco albanese
Il New York Times, il 25 maggio 1911, e il giornale francese “Le Petit Journal”, il 28 maggio 1911, hanno scritto: La battaglia di Vranina – una Giovanna d’Arco albanese
Nella battaglia di Vranina, in Malesia sopra Scutari, si distinse una giovane e bella ragazza, Janica Martinaj. Prese il posto del padre ucciso e condusse Martinaj alla vittoria contro i turchi. La battaglia lasciò una grande impressione sui media stranieri europei, ma lasciò anche un segno nella storia del nostro popolo.
La ragazza fu definita dai media stranieri la “Giovanna d’Arco albanese” A soli 22 anni, suscitò l’interesse di molti media internazionali. All’epoca, persino il New York Times ne parlò e pubblicò un articolo sulla razza albanese, descrivendola come una delle razze più belle d’Europa.
Shote Galica: Eroina del popolo
Shote Galica, un nome noto che riecheggia ancora oggi. È nata a Drenica, nella provincia del Kosovo, nel 1895. Combattente di spicco delle squadre insurrezionali kosovare per la liberazione e l’unificazione di tutti i villaggi albanesi.
Nel luglio 1924, dopo la morte del marito, Azem Galica, continuò a combattere alla testa della sua squadra. Perse 22 membri della famiglia nei massacri degli sciovinisti serbi. Nel 1927 si stabilì in Albania, a Fushë Krujë, dove morì nello stesso anno. Ancora oggi detiene il titolo di “Eroina del popolo”.
Attraverso queste donne, vogliamo ricordare il viaggio della donna albanese verso l’emancipazione. Siamo grati a ciascuna delle donne albanesi della nostra storia per il loro esempio e contributo!
